INTERVISTA A CURA DI:Flavio Adducci
Carissime e carissimi,
dopo aver visto i Lady Reaper il 27 Dicembre 2015 al Jailbreak, e soprattutto dopo aver ascoltato recentemente il loro album d'esordio, ho avuto la bella idea di fare qualche domanda stuzzicante a questi 5 scalmanati heavy metallers romanazzi in quella che è la prima intervista in assoluto di Roma di Metallo.
Buona lettura e...benvenuti nel mondo dei LADY REAPER!
Weilà ragazzuoli, come la va? Allora, prima di
cominciare con l’abituale raffica di domanda, presentatevi ben bene ai lettori
brutti sporchi e cattivi di Roma di Metallo.
TAAADAAAHH ecco i a voi i Lady Reaper! 5 ragazzi che
non si accontentano, scalmanati e scalmananti!
Da qualche anno abbiamo invaso di prepotenza
l’underground Romano/Italiano imponendo la nostra musica senza compromessi.
Ebbene eccoci qui, Simone Oz Calderoni alla voce,
Berardo Bear Di Mattia alle pelli, Stefano Jekyll Coggiatti e Federico Red
Arzeni alle chitarre e Gabriele Gimi Grippa al basso.
È inutile tapparsi le orecchie, sentirete parlare di
noi!
Ho letto in giro che per un po’ di tempo avete avuto
un tastierista. Sul serio? Come mai poi avete abbandonato l’apporto delle
tastiere?
No no no no no, assolutamente no! Siamo sempre stati
5 fedeli alla combo ‘classica’ (doppia chitarra, voce, basso e batteria).
Il sesto uomo
a cui ti riferisci è probabilmente Silvio Benvenuto, un ragazzo che abbiamo
conosciuto qualche annetto fa e che ha prodotto il nostro primo EP “Northern
Trilogy”, una piccola sperimentazione epic/power targata Lady Reaper.
Silvio ha
contribuito con sintetizzatori e tastiere al demo ed è stato per diverso tempo
un nostro punto di riferimento, aiutandoci in svariati campi.
Dobbiamo
anche a lui la realizzazione del nostro primo album ‘Lady Reaper’ ma Silvio non
è mai stato un membro del gruppo (in senso bruto)!
Ultimamente
ha avuto delle ottime proposte di lavoro ed ha “giustamente” accantonato i suoi
Reaper per un po’ ma noi continuiamo a volergli bene ed a considerarlo un
fratello.
Siamo
cresciuti molto grazie a lui ed abbiamo condiviso grandi esperienze, andate ad
ascoltare la Northern Trilogy... sentire per credere!
Chi è la Lady Reaper?
Domanda lecita! Invece di risponderti come facciamo
di solito (l’unione tra eros e thanatos freudiani, l’incontro tra forza
generatrice e morte ecc ecc…) ti rispondiamo in modo alternativo, tanto per
creare scompiglio.
La Lady
Reaper sei tu!
La vita e la
morte muovono l’uomo, rendono l’individuo poeta, artista... lo nobilitano.
Ecco, è
grazie a queste forze che l’uomo si esprime, si esprime attraverso l’arte che è
la sua massima espressione.
Letteratura,
pittura, musica... tutte mosse dallo stesso istinto, dallo stesso conflitto tra
vita e morte. In esse puoi trovare la Lady Reaper (allo stesso tempo morte e
vita).
Quando la
musica ti fa scorrere un brivido lungo tutta la schiena, quando ascolti DAVVERO
le tue emozioni, quando ti tremano le mani per un libro, per un film o per
un’immagine, quando l’uomo si esprime... ecco chi è la Lady Reaper.
L’anno scorso avete rilasciato il vostro bell’album
d’esordio. Che però contiene solo 7 pezzi. Perché così pochi?
Chi ha deciso che i pezzi di un album devono essere
molti?
Piuttosto che
fare un album di 15 pezzi (di cui la metà sarebbero stati sicuramente
riempitivi) abbiamo deciso di incidere i nostri primi, balordi, zozzoni, 7
pezzi.
Proprio così,
avete davanti i primissimi 7 pezzi dei Lady Reaper! In un album che non è un
album... spieghiamoci meglio:
come dice la
scritta sulla cover dell’album “Drink my soul” quest’album è un cocktail di
musica; raccoglie i nostri primi pezzi (ormai superati dall’esperienza
acquisita) che altrimenti sarebbero finiti nel dimenticatoio.
Collocare
questi brani nei lavori futuri sarebbe stato impossibile! Sono selvaggi,
diretti, istintivi... non troverebbero spazio in un lavoro futuro ma non per
questo devono essere scartati.
Quindi è
stato semplice, siamo entrati in studio con l’idea di incidere i nostri primi
pezzi e creare un ‘drink di anime’ suonato al meglio delle nostre capacità.
Considerate
questo primo album come un assaggio, una goccia di cocktail dal calice della
Lady Reaper.
Musicalmente parlando, mischiate molto bene, in
un’ottica fondamentalmente vecchia scuola, l’heavy metal con l’hard rock e il
blues. Ma è proprio da questi ultimi due elementi che a mio avviso vengono le
vostre cose migliori. Siete d’accordo? Ma, più da vicino, quali sono le vostre
influenze?
Siamo dell’idea che ogni gruppo crei un genere a sè:
noi suoniamo il genere Lady Reaper! Facciamo quello che vogliamo, suoniamo
quello che vogliamo: vuoi ascoltarlo? Mettiti comodo! Non vuoi? Pazienza!
L’unica
regola della musica è che non ci sono regole. State entrando nel nostro
territorio e qui comandiamo noi!
Ci siamo
decisamente stancati delle etichette e delle catalogazioni (assomiglio a...
suono come... mi ispiro a...) ma che per caso è possibile ispirarsi AD UN SOLO
artista? E non a TUTTA la propria esperienza musicale?
Stiamo
parlando di cultura ragazzi: non puoi relegarci a discepoli dei Saxon, dei
Maiden, dei Village People... noi siamo la summa di tutto quello che ascoltiamo
e proviamo!
Ecco perché
alcuni pezzi suonano un po’ Blues (“Tomahawk” o il ‘break’ di “Ace of Hearts”)
mentre altri in modo più alternativo (“When Jekyll Becomes Hyde”) o Hard Rock.
Una domanda indiscreta: come stanno uscendo i nuovi
pezzi? Sono metallici o più rockeggianti da far muovere il culo?
Aah, il Rock ‘n’ Roll, il piede che batte il tempo,
le bandane colorate e i Jeans attillati...
Nostalgie a
parte, tutti e due!
Abbiamo
pronti più di un lavoro; le idee non sono mai state così chiare
(discograficamente parlando) come lo sono ora. Abbiamo scritto pezzi più
cattivi, decisamente malvagi ed incalzanti ma la componente pop non può
mancare.
Il ritornello
si deve cantare a squarciagola! Il piede deve battere il tempo!
Aspettate e
tremate, vi sorprenderemo.
Cosa affrontate nei testi dell’album?
Letteratura, spesso.
Scriviamo storie
con forti rimandi alla nostra tradizione culturale o semplicemente canzoni
senza un perché. È bello scrivere per un pubblico, sia che si tratti di un
testo semplice o che si tratti di un rompicapo!
Nel nostro
primo album trovate “Catch the Moon” che altro non è che una ascesa alla luna
attraverso diverse correnti letterarie; “When Jekyll Becomes Hyde” affronta la
dualità di un Jekyll represso e non ancora Hyde (alla maniera del doppio
ottocentesco, fedele al romanzo di Stevenson) e così via.
Sono storie,
le storie che rendono l’uomo un animale così affascinante e complesso, le
storie che vengono raccontate da sempre... e da sempre rielaborate.
Quali sono state le motivazioni del licenziamento
dal gruppo di Daniele Petretto, che ha effettivamente suonato nell’album? Suona
ancora in qualche altro gruppo? Ed è stato difficile trovarne un sostituto
nella persona di Federico Arzeni?
Dan è stato un membro dei Reapers dai tempi della
fondazione. Ha composto molti pezzi insieme a noi ed ha inciso effettivamente
il primo album.
Entrato,
però, all’accademia di belle arti si è visto costretto ad abbandonare il gruppo
per necessità di studio.
Non se la
sentiva di reggere i ritmi che gli stavamo imponendo, dunque ha deciso di farsi
da parte. È stata una scelta molto matura: ha deciso di tirarsi indietro per
non rallentare un gruppo.
Dan rimarrà
sempre di famiglia, di tanto in tanto collabora con Oz ed insieme buttano giù
un pezzo; non collabora con nessun altro gruppo (per quanto ne sappiamo) ma sta
conseguendo moltissimi successi universitari... e ne siamo fieri!
Red? Il roscio? Davvero volete sentire questa
storia?
Dovevamo
suonare con i Manilla Road all’Exenzia di Prato, Dan era appena uscito dalla
formazione e ci serviva un turnista.
Federico da
quando l’avevamo conosciuto (tramite Berardo) era sempre stato un ragazzo mite,
tranquillo e particolarmente educato.
Sapevamo che
strimpellava la 6 corde ma non immaginavamo di certo che fosse un chitarrista
coi CONTROCOGLIONI.
In poche
parole, quasi per scherzo, gli abbiamo buttato lì la proposta di farci da
turnista e di impararsi effettivamente 6 pezzi dei Reapers in una settimanella.
Quando siamo andati alle prove ci ha stupiti con una maestria ed un tocco
“accademico”, ma quando abbiamo fatto il nostro primo concerto è scattato
l’amore!
Cavalcava il
palco come se fosse il salone di casa sua (ed era la prima volta che suonava
con un gruppo davanti ad un pubblico).
Non gli
abbiamo neanche chiesto ufficialmente di entrare... dopo la data di Prato,
Federico ERA DIVENTATO un Reaper!
Oggi è
passato un anno e stiamo facendo cose grandiose insieme a lui, è sempre
all’altezza della situazione e sta imparando (molto velocemente) a lavorare
insieme al gruppo... cosa non facile, i musicisti ci sono testimoni!
Come vi è venuta l’idea di fare il lyric video
proprio per “When Jekyll Becomes Hyde”? Parlateci della vostra collaborazione
con Simone Serafini.
“When Jekyll Becomes Hyde” è il pezzo più moderno e
frenetico del disco, vista la sua metrica estremamente serrata; per questo ci
sembrava il più adatto per un lyric video! Abbiamo deciso di assoldare quel
pazzo scocciato di Simone Serafini per un risultato al 100% psichedelico e
fuori di testa..
Beh c’è
riuscito! Il video è molto d’impatto e perfettamente coerente con la canzone;
abbiamo apprezzato molto l’impegno con cui ci ha lavorato!
É stato divertente confrontarsi con lui, è diventato
un nostro amico e qualche volta (se c’è la luna piena) potete vederlo tra il
pubblico di un nostro concerto; al momento sappiamo che sta ottenendo ottimi
successi con altre band, come ad esempio i lavori con gli Stage of Reality. Gli
auguriamo di continuare alla grande come sta facendo adesso!
Ehm…qual è il più pazzo fra voi Lady Reaper?
Tutti ci accusiamo a vicenda di esserlo! Il problema
è che abbiamo contagiato anche le persone che lavorano con noi... a partire dal
nostro disegnatore ormai “zio” Umberto Stagni (Pastavolante) fino a Valerio
Cascone degli Ozaena.
Li abbiamo fatti diventare tutti TUTTI pazzi!
Li abbiamo fatti diventare tutti TUTTI pazzi!
Il momento più folle mai vissuto come gruppo?
Scatenatevi con gli aneddoti!
Sicuramente il sopracitato concerto dei Manilla Road
ha visto molta follia: siamo partiti in 5, con tanto di bagagli e
strumentazione, cercando di entrare a forza in una macchina che a malapena
aveva spazio per le nostre persone; abbiamo dormito in condizioni che dire
“spartane” è un eufemismo, e siamo stati tutto il viaggio a stretto contatto
(letteralmente) tra di noi, non facendo altro che bere, mangiare e suonare. Per
decenza vi evitiamo di mettere nero su bianco tutte le cose folli che ci sono
capitate in quei pochi giorni, ne lasciamo l’onore alla vostra immaginazione!
Eddaje, la raffica di domande si è conclusa. Ora scatenatevi ancora di più e salutate come volete.
Eddaje, la raffica di domande si è conclusa. Ora scatenatevi ancora di più e salutate come volete.
É stato un piacere rispondere alle tue domande
(decisamente mirate... mica pizza e fichi oh) ci siamo divertiti non poco!
Oz saluta
come un capo indiano, Gimi con la manina da bimbo speciale, Bear tamburellando
sulla tastastastastastastastiera, Red e Jekyll facendo l’onda energetica.
Lady Reaper
loves you so much!
FaceBook Lady Reaper: https://www.facebook.com/LadyReaperBand/?fref=ts
Sito ufficiale: http://www.ladyreaper.it/
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